venerdì 25 ottobre 2019

Il Terzo SEGRETO di FATIMA riguarda Papa FRANCESCO?


Art Bell: Ok, eccoci di nuovo qui. Voglio leggere velocemente ancora alcune cose, Padre, una di un amico australiano, che dice: “Alcuni anni fa, a Perth, un prete gesuita mi ha detto qualcosa di più sul Terzo Segreto di Fatima. Ha detto, fra le altre cose, che l’ultimo papa sarebbe stato sotto il controllo di satana. Papa Giovanni svenne, pensando che avrebbe potuto essere lui. Siamo stati interrotti prima che avessi potuto ascoltare il resto.” Ha qualche commento?
Malachi Martin: Sì. Sembra che stesse leggendo o che gli fosse stato rivelato il testo del Terzo Segreto.
Art Bell: Oh, mio Dio!

(later in the program)
Art Bell: All right, here we go. Just a couple of things I want to quickly read, one from a friend in Australia, Father who says, “I had a Jesuit priest tell me more of the Third Secret of Fatima years ago, in Perth. He said among other things, the last pope would be under control of Satan. Pope John fainted, thinking it might be him. We were interrupted before I could hear the rest.” Any comment on that?
Fr. Martin: Yes. It sounds as if they were reading or being told the text of the Third Secret.
Art Bell: Oh my!

https://due1000dodici.altervista.org/blog/malachi-martin-il-terzo-segreto-di-fatima/

giovedì 10 ottobre 2019

"l'ultimo papa sarebbe stato sotto il controllo di satana"



Padre MALACHI MARTIN 


SUL TERZO  SEGRETO di FATIMA

Per chi non si fida delle apparizioni ( e sono tanti i messaggi che ci spiegano che il terzo segreto riguarda l'apostasia finale oltre a Maria della Divina Misericordia, che, piaccia o meno, ha descritto in maniera precisissima il caos attuale nella Chiesa) esiste un'intervista quasi completamente fatta sparire di Padre Malachi Martin che rivela, suo malgrado, il contenuto del Terzo Segreto:


Intervista a Malachi Martin (C2C) del 13 luglio 1998:
Art Bell: Ok, eccoci di nuovo qui. Voglio leggere velocemente ancora alcune cose, Padre, una di un amico australiano, che dice: “Alcuni anni fa, a Perth, un prete gesuita mi ha detto qualcosa di più sul Terzo Segreto di Fatima. 
Ha detto, fra le altre cose,


che l’ULTIMO PAPA sarebbe stato 

SOTTO IL CONTROLLO di SATANA
Papa Giovanni svenne, pensando che avrebbe potuto essere lui. Siamo stati interrotti prima che avessi potuto ascoltare il resto.” Ha qualche commento?
Malachi Martin: Sì. Sembra che stesse leggendo o che gli fosse stato rivelato il testo del Terzo Segreto.
Art Bell: Oh, mio Dio!
qui potete trovare la traduzione dell'intervista:
e qui l'originale in inglese e l'mp3 (quasi sparito da internet):

domenica 1 settembre 2019

perché Francesco non visita l'Argentina?

PAPA BERGOGLIO E L’ARGENTINA. IL RICORDO DI UN’AMICA, IL REPORTAGE DI GEORGE NEUMAYR

1 Settembre 2019 Pubblicato da 11 Commenti --

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, nei giorni scorsi m sono giunti due contributi, che in maniera indipendente toccavano quel tema delicato e spinoso che è il rapporto del Pontefice regnante con la sua terra natale, l’Argentina. In cui a oltre sei anni dall’elezione, non ha mai messo piede. Strano, no? Buona lettura. Il primo articolo è una riflessione di Super Ex, il secondo un reportage di George Neumayr. Buona lettura.

Una sua amica ne aveva già smascherato la doppiezza
Caro Tosatti,
nel settembre del 2013 uscì una lunga lettera aperta di una donna, madre di nove figli, docente universitaria di matematica, e amica di Bergoglio.
La lettera fece molto rumore, anche perché Lucrecia era conosciuta anche come prolifica scrittrice cattolica.
Sono passati sei anni esatti, e la lettera va assolutamente riletta: c’era già tutto!
Lucrecia, sofferente, chiedeva a Bergoglio perché quella sua “voglia di attirare l’attenzione”, quella ostentata, e quindi falsa, umiltà!
Gli domandava cosa lo avesse spinto a punire severamente i Francescani dell’Immacolata, apprezzati dai pontefici precedenti e perché avesse deriso pubblicamente i pro life, definendoli “ossessionati”.
Gli rinfacciava, soprattutto, la sua doppiezza, oggi visibile a tutti.
“Mio caro Papa Francesco, è vero, questo fu il card. Bergoglio che ho conosciuto da vicino. Un giorno intento a chiacchierare animatamente con il vescovo Duarte Aguer sulla difesa della vita e della liturgia e lo stesso giorno, a cena, a chiacchierare sempre animatamente con Mons. Ysern e Mons. Rosa Chavez sulle comunità di base e i terribili ostacoli che rappresentano “gli insegnamenti dogmatici” della Chiesa. Un giorno amico del card. Card. Cipriani e del card. Rodriguez Maradiaga a parlare di etica aziendale e contro le ideologie del New Age e poco dopo amico di Casaldáliga e Boff a parlare di lotta di classe e della “ricchezza” che le tecniche orientali potrebbero donare alla Chiesa…”.
In tal senso- continuava- Bergoglio “potrebbe un giorno fare un discorso in TV contro l’aborto e il giorno dopo, nello stesso show televisivo, benedire le femministe pro-aborto in Plaza de Mayo; potrebbe fare un discorso meraviglioso contro i massoni e, ore dopo, mangiare e brindare con loro al Club Rotary Club”.
Non c’è bisogno di dire altro, chi vuole la rilegga interamente qui.
Una breve conclusione: Lucrecia, dopo la lettera, diede le dimissioni da direttrice di un portale cattolico. Era stata molto coraggiosa, ma forse era rimasta investita da una marea di critiche. Bergoglio ha sempre avuto con sè la grande stampa laica ed anticlericale, è stata la sua vera forza.
Però Lucrecia non è doppia, e continua, come può, la sua battaglia. Dalla sua pagina facebook, per esempio, ha rilanciato sia gli scritti sul Sinodo sull’Amazzonia del cardinale tedesco Walter Brandmueller (con una eloquente premessa: El Card. Brandmüller declara al Sínodo de Amazonía herético y apóstata), sia l’appello contro la distruzione dell’Istituto Giovanni Paolo II.
Evviva Lucrecia!

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E nello stesso giorno, o quasi, un amico mi mandava la traduzione di un articolo molto interessante, ripreso da The Wanderer, e il cui originale era nello Spectator, a firma di George Neumayr. 

 Perché papa Francesco non visita l’Argentina?
di George Neumayr – (The Spectator)
Sabato scorso sono arrivato in una fredda Buenos Aires. Sicuramente è stata una coincidenza, ma il mio arrivo ha coinciso con il crollo del peso. Il dollaro si è rivalutato molto in Argentina. Per U$ 40, gli americani possono ottenere un hotel a quattro stelle; per U$ 4, mangiare una squisita bistecca. Segni di problemi economici in Argentina abbondano, dalle baraccopoli nella periferia di Buenos Aires ai senzatetto che dormono su materassi sporchi nel centro della città. Gli argentini amano i dollari e fanno buone offerte per comprarli in contanti.
I peronisti sembrano sull’orlo della vittoria. Proprio come il Brasile ha votato a destra, l’Argentina ritorna a sinistra, come una sorta di dipendenza dalle sue tradizioni socialiste.
Lo scopo principale della mia visita a Buenos Aires era quello di scoprire chi non è esattamente uno dei suoi figli prediletti, Jorge Bergoglio, che non ha ancora visitato l’Argentina da quando è diventato Papa Francesco. Durante i miei primi giorni di permanenza nel Paese, ho chiesto a tutti i cattolici che ho incontrato di spiegarmi questa anomalia. E ho avuto risposte brutali.
“Sappiamo tutti che è un figlio di puttana”, mi ha detto un ex procuratore. “Ci vergogniamo di lui. Rappresenta le nostre peggiori qualità”.
Il suo “amico” ha aggiunto che i cattolici considerano Francesco “una farsa, un papa immaginario”, per non dire, ha aggiunto, “che egli è un uomo non istruito e maleducato”.
L’ex procuratore ha espresso il suo disprezzo per Francisco: “Non sa nulla, né di morale, né di teologia, né di storia. Niente. E’ interessato solo al potere”.
Mi rendo conto che la descrizione di Papa Francesco come ideologo pazzo di potere è molto diffusa. Ho parlato a lungo con Antonio Caponnetto, autore argentino di diversi libri su Papa Francesco. “In seminario, i suoi compagni di classe lo chiamavano Machiavelli”, mi ha detto.
Caponnetto da’ due ragioni per cui il Papa ha evitato di tornare nel suo Paese d’origine: in primo luogo, perché almeno la metà del Paese lo odia, e in secondo luogo, perché a Francisco non piace il presunto regime “conservatore” e pro-capitalista di Macri. Quest’ultimo motivo è assurdo: Macri non è conservatore, e i conservatori argentini sono i primi a dirlo.
Mercoledì mattina ho visitato Santiago Estrada, ex ambasciatore argentino presso la Santa Sede. È vicino a Bergoglio da decenni e sa che Bergoglio “odia gli uomini d’affari. Non gli piace Macri, ha detto, non perché Macri è un pilastro del conservatorismo, ma perché Macri non è semplicemente così anti-business “come il Papa”. Estrada era riluttante a criticare il suo amico, ma ha riconosciuto che la promozione del Papa di vescovi con una storia di abusi sessuali è “inspiegabile”.
I predecessori del Papa hanno visitato i suoi paesi d’origine. Anche il timido Papa Benedetto XVI ha sfidato i suoi critici tedeschi e si è recato in patria.
Sarebbe davvero possibile per papa Francesco boicottare l’Argentina per il resto del suo mandato?
Probabilmente no. Da un lato, dicono i cattolici impegnati, se la sinistra senza se e senza ma torna al potere, “tornerà nel Paese”. Estrada crede che “tornerà sicuramente l’anno prossimo” se Macri perde, ma chiamerà il suo viaggio “visita pastorale”.
“Francisco ha lavorato dietro le quinte” per aiutare l’avversario di Macri, mi ha detto un agente politico argentino. “Vuole che Macri perda”.
I conservatori temono la possibilità di una vittoria peronista. Uno, che ha un blog politico, mi ha detto: “Lascerò il paese. Non sarà più sicuro per noi”.
L’ho notato martedì quando sono passato davanti all’ufficio di uno dei partiti di sinistra argentini. Non appena ho preso la mia macchina fotografica per scattare qualche foto, un paio di teppisti aspiranti peronisti sono corsi dall’ufficio per interrogarmi. “Cosa stai facendo?”, mi hanno chiesto. Li ho ignorati, mentre un altro membro del mio gruppo ha cercato di placarli con un pezzo di falsa adulazione sapientemente composto.
Un cattolico conservatore che ha attirato la mia attenzione mi ha detto che il peronismo dei “franciscani” è così forte che alcuni degli accoliti del Papa stanno parlando di canonizzare Evita.

 https://www.marcotosatti.com/2019/09/01/papa-bergoglio-e-largentina-il-ricordo-di-unamica-il-reportage-di-george-neumayr/

mercoledì 10 aprile 2019

Lettera a Gesù

ESCLUSIVA DI STILUM CURIAE. PUBBLICHIAMO UNA LETTERA RISERVATA DEL CARD. BASSETTI AL CAPO.

4 Aprile 2019 

Marco Tosatti

Cari amici nemici troll abituali e occasionali di Stilum Curiae, oggi siamo in grado di offrirvi quella che in gergo giornalistico si definisce una chicca: cioè qualche cosa di eccezionale, straordinario, fuori deL comune, insomma un vero scoop. Non chiedeteci come, ma siamo giunti in possesso di una lettera che il presidente della Cei, il card. Bassetti ha inviato al Capo. Come vedrete la missiva è preceduta da una citazione d’autore. Buona lettura.
“IMPARI A FARE DIO COME SI DEVE”
(di John B. Keating)
Lettera del presidente della CEI a Nostro Signore.
A Gesù di Nazareth, Viale dell’Eternità – Regno dei Cieli – Riservata personale.
Carissimo,
sono costretto a scriverLe perché mi accorgo che, malgrado i nostri reiterati avvertimenti, la Sua azione pastorale non è in linea con le indicazioni della Neochiesa. Né posso accettare che la Sua posizione La faccia ritenere legibus solutus. Ha detto di Sé di essere mite e umile. E dunque obbedisca alle autorità che guidano la Neochiesa.
Voglio essere schietto. Lei è pervicacemente divisivo. Abbiamo cercato in tutti i modi di nascondere questa Sua imbarazzante caratteristica ma ora non è più possibile. Alcuni Suoi fedeli, retrogradi e conservatori, si fanno scudo dei Suoi gesti e delle Sue parole per rinfacciarci un nostro presunto tradimento proprio nei Suoi confronti. La cosa è ormai intollerabile ed è dunque ora di chiarirci. E di arrivare a un inevitabile compromesso.
Sfoglio i Vangeli e a ogni pagina La scopro fare affermazioni fuori misura, compiere gesti azzardati se non violenti. Non va bene, Signor mio. Non va bene affatto. Sia che Ella abbia davvero detto e fatto certe cose sia che gliele abbiano attribuite i suoi complici Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I quali – sia detto per inciso – sono già stati segnalati alla Commissione per il Dialogo Interreligioso.
E dunque:
1) Lei non può permettersi di affermare di essere l’unica via che porta al Regno dei Cieli. Questa presunzione di unicità è inaccettabile. Si accontenti di essere una delle tante strade che portano a Dio. Con Maometto e Buddha, ad esempio. E non mi dica che messaggi diversi non possono portare allo stesso Dio. Queste infantili contestazioni non Le fanno onore. Si tenga per Sé la logica e il principio di non contraddizione. O vuole seguitare a fidarsi di quel domenicano di Aquino? O vuole seguitare  a essere “segno di contraddizione”? A promettere di mettere tutti contro tutti, ad annunciare che porterà una spada e che accenderà fuochi? Si rende conto della gravità di simili affermazioni?! L’unità, la sintesi, l’inclusione, la concordia, la comunanza: di questo si fa banditore un Dio serio! Eppure Lei ha fatto il falegname, a quanto dicono. E un falegname, unisce tra loro pezzi diversi. Con chiodi e colla. Ora: i chiodi sono troppo definitivi e lei ne ha già fatto un uso eccessivo (cfr sotto). Ma la colla va benissimo. Usi la colla. Faccia il Dio-Colla!
2)  Lei – lo accennavo – è un violento. Verbalmente e di fatto. Come si è permesso di offendere la scuola farisea con un discorso infarcito di insulti, di metafore – “sepolcri imbiancati” e roba del genere – che segnalano in Lei una volontà di rottura e di strappo con chiunque non Le dà ragione? Ma chi si crede di essere? Dio? E quando pure, mica questo Le permette di fare come Le garba. Ci vogliono discrezione, tatto, attenzione. Ad esempio: “Amici farisei, nel rispetto di ogni opzione esegetica, ritengo la vostra interpretazione della Torà troppo declinata in senso letterale”. Ecco: non sarebbe stato meglio così? Non avrebbe detto la stessa cosa senza offendere tante brave persone?
Per non parlare di quella sceneggiata al Tempio contro venditori di colombe e cambiavalute. Ma lei conosce la legge della domanda e dell’offerta? Sa quante famiglie campavano con quell’innocente commercio?
3) E veniamo alle Sue condanne senza appello. C’è sempre un appello! Si ricordi che se Lei, in quanto Dio, è buono, noi della Neochiesa siamo buonissimi. Come si è dunque permesso di condannare gli adulteri? La morale sessuale è cangiante e va proposta con discernimento. Non imposta a furia di minacce dell’inferno. È facile. Troppo facile farsi obbedire così. Lei non conosce la pastorale dell’accoglienza dei lontani. E neppure quella dei diversi. Un pedofilo è una  persona, sofferente per la sua diversità. E Lei gli consiglia addirittura di legarsi una macina al collo e di andare ad affogarsi? Ma è scandaloso, mi consenta. E Giuda? Non crederà mica al Suo prediletto Giovanni che scrive che era un ladro? Lei evidentemente ignora quali oscillazioni della coscienza hanno spinto quello sventurato ad accettare trenta denari. Forse era nel bisogno. Forse lei lo aveva a bella posta escluso dalla cerchia dei suoi intimi e quel poveretto si è sentito messo da parte. Ha provato ad avvicinarlo? A convincerlo a recedere dalle sue intenzioni? Macché: “Meglio per quell’uomo che non fosse mai nato”. Una frase imperdonabile che segnala la Sua insensibilità verso il peccatore o – meglio – verso chi inconsapevolmente sbaglia. Spero bene che, in duemila anni, avrà avuto il tempo di pentirsi di un’espressione che non Le ha fatto certo onore.
4) E arrivo a un punto molto delicato. Vede: la feconda collaborazione tra teologia e psicoanalisi ci ha convinto che Lei non solo soffriva di pulsione sadiche verso chi non la pensava come Lei ma che covava tendenze masochiste nei Suoi stessi confronti.
Diciamolo chiaramente: tutta la faccenda del Golgota, della croce Lei se l’è andata a cercare. A un sommo sacerdote che Le chiede: “Sei tu il messia, il Figlio del Dio vivente?” non si risponde a brutto muso. “Io lo sono.” Si accenna invece alla diversità di messianismi che affollavano l’Israele del Suo tempo, si porta il discorso su un piano più alto, dialettico. “Mi considero il messia ma in una dimensione puramente spirituale che comunque in nulla interferisce con il monoteismo di cui lei è custode.” Così si risponde a un sommo sacerdote! E invece niente. Lei aggiunge che sarebbe venuto sulle nuvole alla destra di Dio. Questa è stata – me lo lasci dire – una provocazione imperdonabile. E poi, a proposito di nuvole e della Sua seconda venuta: cos’è questo dire e non dire: “Verrò come un ladro.”? Un ladro? Lei ha il dovere di avvertirci! Lei non può arrivare quando Le va per giudicare da solo ogni uomo. Ci preavverta e noi nomineremo una commissione che, assieme a Lei, valuterà con discernimento le Sue scelte.
Mi avvio alla fine: mi spiace se sono stato duro in qualche passo ma, in qualità di Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, era mio dovere avvertirLa dei gravi errori in cui è caduto e che hanno dato i loro amari frutti durante il cosiddetto “Congresso delle famiglie” di Verona, durante il quale questioni difficili, complesse, problematiche, intricate come aborto, divorzio, utero in affitto, omosessualità e adozioni, sono state affrontate alla Sua maniera facilona: con un sì o con un no.
Non voglio neppure accennarLe quanto questa vicenda abbia offeso papa Francesco. Anzi: le confesserò che questa lettera l’ho scritta contro la sua volontà. “Con Quello non c’è niente da fare”, mi ha detto. Spero che non sia così.
Mi saluti Sua Madre – ma senza esagerare con i titoli per non offendere i luterani – e spero che questi righi La spingano a  riflettere e Le insegnino a fare Dio come si deve.
L’obbedienza, gentile Signor mio. L’obbedienza. È questa la virtù in cui si deve esercitare.
L’obbedienza a noi.
Gualtiero Cardinal Bassetti

N.B. Per evitare che qualcuno sia – incredibilmente – tratto in inganno, è evidente che questa lettera non è mai stata scritta dal cardinale Bassetti. È un invenzione ironica e letteraria.