domenica 1 settembre 2019

perché Francesco non visita l'Argentina?

PAPA BERGOGLIO E L’ARGENTINA. IL RICORDO DI UN’AMICA, IL REPORTAGE DI GEORGE NEUMAYR

1 Settembre 2019 Pubblicato da 11 Commenti --

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, nei giorni scorsi m sono giunti due contributi, che in maniera indipendente toccavano quel tema delicato e spinoso che è il rapporto del Pontefice regnante con la sua terra natale, l’Argentina. In cui a oltre sei anni dall’elezione, non ha mai messo piede. Strano, no? Buona lettura. Il primo articolo è una riflessione di Super Ex, il secondo un reportage di George Neumayr. Buona lettura.

Una sua amica ne aveva già smascherato la doppiezza
Caro Tosatti,
nel settembre del 2013 uscì una lunga lettera aperta di una donna, madre di nove figli, docente universitaria di matematica, e amica di Bergoglio.
La lettera fece molto rumore, anche perché Lucrecia era conosciuta anche come prolifica scrittrice cattolica.
Sono passati sei anni esatti, e la lettera va assolutamente riletta: c’era già tutto!
Lucrecia, sofferente, chiedeva a Bergoglio perché quella sua “voglia di attirare l’attenzione”, quella ostentata, e quindi falsa, umiltà!
Gli domandava cosa lo avesse spinto a punire severamente i Francescani dell’Immacolata, apprezzati dai pontefici precedenti e perché avesse deriso pubblicamente i pro life, definendoli “ossessionati”.
Gli rinfacciava, soprattutto, la sua doppiezza, oggi visibile a tutti.
“Mio caro Papa Francesco, è vero, questo fu il card. Bergoglio che ho conosciuto da vicino. Un giorno intento a chiacchierare animatamente con il vescovo Duarte Aguer sulla difesa della vita e della liturgia e lo stesso giorno, a cena, a chiacchierare sempre animatamente con Mons. Ysern e Mons. Rosa Chavez sulle comunità di base e i terribili ostacoli che rappresentano “gli insegnamenti dogmatici” della Chiesa. Un giorno amico del card. Card. Cipriani e del card. Rodriguez Maradiaga a parlare di etica aziendale e contro le ideologie del New Age e poco dopo amico di Casaldáliga e Boff a parlare di lotta di classe e della “ricchezza” che le tecniche orientali potrebbero donare alla Chiesa…”.
In tal senso- continuava- Bergoglio “potrebbe un giorno fare un discorso in TV contro l’aborto e il giorno dopo, nello stesso show televisivo, benedire le femministe pro-aborto in Plaza de Mayo; potrebbe fare un discorso meraviglioso contro i massoni e, ore dopo, mangiare e brindare con loro al Club Rotary Club”.
Non c’è bisogno di dire altro, chi vuole la rilegga interamente qui.
Una breve conclusione: Lucrecia, dopo la lettera, diede le dimissioni da direttrice di un portale cattolico. Era stata molto coraggiosa, ma forse era rimasta investita da una marea di critiche. Bergoglio ha sempre avuto con sè la grande stampa laica ed anticlericale, è stata la sua vera forza.
Però Lucrecia non è doppia, e continua, come può, la sua battaglia. Dalla sua pagina facebook, per esempio, ha rilanciato sia gli scritti sul Sinodo sull’Amazzonia del cardinale tedesco Walter Brandmueller (con una eloquente premessa: El Card. Brandmüller declara al Sínodo de Amazonía herético y apóstata), sia l’appello contro la distruzione dell’Istituto Giovanni Paolo II.
Evviva Lucrecia!

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E nello stesso giorno, o quasi, un amico mi mandava la traduzione di un articolo molto interessante, ripreso da The Wanderer, e il cui originale era nello Spectator, a firma di George Neumayr. 

 Perché papa Francesco non visita l’Argentina?
di George Neumayr – (The Spectator)
Sabato scorso sono arrivato in una fredda Buenos Aires. Sicuramente è stata una coincidenza, ma il mio arrivo ha coinciso con il crollo del peso. Il dollaro si è rivalutato molto in Argentina. Per U$ 40, gli americani possono ottenere un hotel a quattro stelle; per U$ 4, mangiare una squisita bistecca. Segni di problemi economici in Argentina abbondano, dalle baraccopoli nella periferia di Buenos Aires ai senzatetto che dormono su materassi sporchi nel centro della città. Gli argentini amano i dollari e fanno buone offerte per comprarli in contanti.
I peronisti sembrano sull’orlo della vittoria. Proprio come il Brasile ha votato a destra, l’Argentina ritorna a sinistra, come una sorta di dipendenza dalle sue tradizioni socialiste.
Lo scopo principale della mia visita a Buenos Aires era quello di scoprire chi non è esattamente uno dei suoi figli prediletti, Jorge Bergoglio, che non ha ancora visitato l’Argentina da quando è diventato Papa Francesco. Durante i miei primi giorni di permanenza nel Paese, ho chiesto a tutti i cattolici che ho incontrato di spiegarmi questa anomalia. E ho avuto risposte brutali.
“Sappiamo tutti che è un figlio di puttana”, mi ha detto un ex procuratore. “Ci vergogniamo di lui. Rappresenta le nostre peggiori qualità”.
Il suo “amico” ha aggiunto che i cattolici considerano Francesco “una farsa, un papa immaginario”, per non dire, ha aggiunto, “che egli è un uomo non istruito e maleducato”.
L’ex procuratore ha espresso il suo disprezzo per Francisco: “Non sa nulla, né di morale, né di teologia, né di storia. Niente. E’ interessato solo al potere”.
Mi rendo conto che la descrizione di Papa Francesco come ideologo pazzo di potere è molto diffusa. Ho parlato a lungo con Antonio Caponnetto, autore argentino di diversi libri su Papa Francesco. “In seminario, i suoi compagni di classe lo chiamavano Machiavelli”, mi ha detto.
Caponnetto da’ due ragioni per cui il Papa ha evitato di tornare nel suo Paese d’origine: in primo luogo, perché almeno la metà del Paese lo odia, e in secondo luogo, perché a Francisco non piace il presunto regime “conservatore” e pro-capitalista di Macri. Quest’ultimo motivo è assurdo: Macri non è conservatore, e i conservatori argentini sono i primi a dirlo.
Mercoledì mattina ho visitato Santiago Estrada, ex ambasciatore argentino presso la Santa Sede. È vicino a Bergoglio da decenni e sa che Bergoglio “odia gli uomini d’affari. Non gli piace Macri, ha detto, non perché Macri è un pilastro del conservatorismo, ma perché Macri non è semplicemente così anti-business “come il Papa”. Estrada era riluttante a criticare il suo amico, ma ha riconosciuto che la promozione del Papa di vescovi con una storia di abusi sessuali è “inspiegabile”.
I predecessori del Papa hanno visitato i suoi paesi d’origine. Anche il timido Papa Benedetto XVI ha sfidato i suoi critici tedeschi e si è recato in patria.
Sarebbe davvero possibile per papa Francesco boicottare l’Argentina per il resto del suo mandato?
Probabilmente no. Da un lato, dicono i cattolici impegnati, se la sinistra senza se e senza ma torna al potere, “tornerà nel Paese”. Estrada crede che “tornerà sicuramente l’anno prossimo” se Macri perde, ma chiamerà il suo viaggio “visita pastorale”.
“Francisco ha lavorato dietro le quinte” per aiutare l’avversario di Macri, mi ha detto un agente politico argentino. “Vuole che Macri perda”.
I conservatori temono la possibilità di una vittoria peronista. Uno, che ha un blog politico, mi ha detto: “Lascerò il paese. Non sarà più sicuro per noi”.
L’ho notato martedì quando sono passato davanti all’ufficio di uno dei partiti di sinistra argentini. Non appena ho preso la mia macchina fotografica per scattare qualche foto, un paio di teppisti aspiranti peronisti sono corsi dall’ufficio per interrogarmi. “Cosa stai facendo?”, mi hanno chiesto. Li ho ignorati, mentre un altro membro del mio gruppo ha cercato di placarli con un pezzo di falsa adulazione sapientemente composto.
Un cattolico conservatore che ha attirato la mia attenzione mi ha detto che il peronismo dei “franciscani” è così forte che alcuni degli accoliti del Papa stanno parlando di canonizzare Evita.

 https://www.marcotosatti.com/2019/09/01/papa-bergoglio-e-largentina-il-ricordo-di-unamica-il-reportage-di-george-neumayr/

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